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MIGLIAIA DI CANONI DI LOCAZIONE NON PAGATI NONOSTANTE I CREDITI D’IMPOSTA PREVISTI DAL D.L. CURA ITALIA

L’U.P.P.I., riunito, in seduta straordinaria urgente in videoconferenza, il Comitato di Presidenza, il Presidente del Centro Studi Giuridici avv. Ladislao Kowalski e della Commissioni Fiscale dr. Jean- Claude Mochet, denuncia pubblicamente l’inadeguatezza delle misure introdotte dal D.L. “Cura Italia” per sostenere il pagamento dei canoni di locazione delle attività commerciali chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus.

L’U.P.P.I., ribadisce che il credito di imposta riconosciuto ai soli conduttori, pari al 60% del canone di locazione del mese di marzo, previsto esclusivamente per le botteghe e i negozi, rientranti nella categoria C/1, non è uno strumento sufficiente a fronteggiare gli effetti negativi su tutte le locazioni ad uso diverso dall’abitazione.

I dati in generale, e quelli in possesso dell’U.P.P.I., confermano tale previsione, infatti, sono migliaia i proprietari che, nonostante gli inquilini beneficino del credito di imposta del 60% hanno segnalato di non aver ricevuto il pagamento del canone di locazione relativo al mese di marzo 2020, canone di locazione per il quale, invece, pur non avendolo incassato, il proprietario sarà comunque tenuto al pagamento dell’IRPEF e delle relative addizionali regionali e comunali.

Sono rimaste del tutto inascoltate, in contrapposizione, le richieste, fatte al Governo dall’U.P.P.I., di introdurre una cedolare secca al 5% per i canoni di locazione per tutti i contratti ad uso diverso dall’abitazione, allo stato relativamente all’anno 2020, per i quali i proprietari avessero concordato con i conduttori una riduzione, fino ad un massimo del 40%, con l’assistenza obbligatoria e la relativa attestazione rilasciata dalle organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini riconosciute e firmatarie degli accordi di cui all’art. 2, comma 8, del D.M. 16.01.2017.

Per affrontare seriamente la problematica l’U.P.P.I. aveva richiesto, e continua fermamente a richiedere, che la riduzione dei canoni di locazione sia oggetto di una scrittura privata registrata ed attestata obbligatoriamente dalle organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini di cui sopra, al fine di poter beneficiare della tassazione agevolata, lasciando alle parti la possibilità di concordare reali diminuzioni dell’affitto secondo le singole esigenze territoriali.

L’U.P.P.I. chiede che il Parlamento, in sede di conversione del D.L. “Cura Italia”, introduca la proroga per tutti gli adempimenti connessi alla registrazione dei contratti di locazione e la totale detassazione dei canoni non incassati, anche per il periodo della disposta chiusura delle attività a causa del Covid-19, essendo del tutto incostituzionale che i proprietari debbano comunque pagare imposte su redditi non percepiti.

L’U.P.P.I., infine, comunica di avere inviato una lettera “aperta” al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri competenti e alle Camere per denunciare le problematiche che stanno affrontando e subendo i proprietari di immobili e che sono state completamente dimenticate nei provvedimenti governativi ad oggi emessi.

Roma, 26 marzo 2020

Il Presidente Nazionale UPPI

Avv. Gabriele Bruyère